Ma quante corde ha il basso

Per dire quante corde ha il basso elettrico dovremmo capire prima come nasce, questo strumento è stato creato in California nell’ottobre del 1951, ad opera di Clarence Leo Fender. Il suo nome era “Fender Precision Bass”, assomigliava ad una chitarra Telecaster  con un lungo manico e solo quattro corde,

accordate, come il contrabbasso, per quarte giuste (MI-LA-RE-SOL), un’ottava sotto le quattro corde più basse della chitarra, quindi l’idea di Leo Fender era quella di creare uno strumento che sostituisse il contrabbasso, strumento barocco della famiglia delle viole che già dal 700 con Dragonetti e Bottesini inizia a rivestire un ruolo sempre più importate e fondamentale nell’evoluzione della musica, fino ad arrivare al jazz dove andrà a sostituire quasi completamente i bassi a fiato.

Quindi il basso tradizionale, nato come “evoluzione” del contrabbasso, presenta il suo stesso numero di corde, quattro, con la medesima accordatura: Sol, Re, La, Mi.

Naturalmente con il tempo si sono venute a creare svariate tipologie di bassi elettrici con un numero sempre maggiore di corde  dovuto  l’aumentare del livello tecnico dei musicisti e l’avvento di tecniche particolari di esecuzione come il tapping e il tapping a due mani.

Già negli anni ’70 sono stati realizzati  bassi ad 8 corde, con ogni corda doppiata da un’altra accordata un’ottava più alta, creando un effetto simile alla chitarra a 12 corde, come l’Alembic di John Paul Jones, questo tipo di strumento è stato inventato da un ingegnere elettrico, bassista e musicista, Eric Krackow, che aveva suonato con la prima band di Al Kooper, The Aristo-Cats, alla fine degli anni Cinquanta e primi anni Sessanta. L’idea era quella di ottenere un perfetto unisono nel raddoppio della linea di basso e comunque facilitare l’operazione degli ottavi. Spesso, il basso a 8 corde viene suonato con un plettro in modo da avere un attacco migliore e di aumentare il ‘suono’ delle corde del registro superiore, ma non è essenziale. Molti musicisti funk hanno usato dita, slap e tecniche pop con questo basso  (come Victor Wooten). Alcuni bassisti degni di nota che hanno utilizzato il basso a 8 corde sono Mark Egan, Jeff Ament dei Pearl Jam, Paulo Pinto di Sepultura, John Paul Jones dei Led Zeppelin come avevamo già detto, John Entwistle degli Who, Mike Rutherford dei Genesis, Gary Shea di Alcatrazz, Bent Sæther di Motorpsycho, e Tom Petersson dei Cheap Trick. Anche Jimi Hendrix  lo ha usato su brani nel suo album Electric Ladyland, come  “Crosstown Traffic” e “1983… (A Merman I Should Turn to Be)”.

Sul finire degli anni ’80, iniziarono ad avere sempre più mercato bassi a 5 e 6 corde, in quello a 5 corde normalmente viene aggiunto un Si basso (Sol, Re, La, Mi, Si) anche se qualcuno preferisce per un Do alto dopo il Sol (Do, Sol, Re, La, Mi), invece in quello a 6 corde vengono aggiunti sia il Si basso che il Do alto  (Do, Sol, Re, La, Mi, Si).

La creazione di questi strumenti è dovuta essenzialmente all’esigenza di ampliare l’estensione tonale del basso, che come dicevo prima assume sempre di più un ruolo fondamentale nella musica moderna e nella ricerca e sperimentazione musicale. Sarebbe inutile ormai elencare i musicisti che usano bassi a 5 e 6 corde data l’ormai vastissima diffusione di questi strumenti.

Nell’ambito delle corde multiple troviamo bassi a 10, che  incorporano un Si alto e basso come  un normale basso 5 corde, o i più fortunati 12 corde (3 per tono), strumenti in grado di ricoprire il registro sia della chitarra che del basso tradizionale.

Il primo 12 corde fu  “Hamer Quad”, creato da Jol Dantzig e costruito nel 1978 per Tom Petersson da Hamer guitar.

Petersson ha usato il suo 12 corde per completare il suono dei Cheap Trick , in modo tale da prendere sonorità anche come seconda chitarra, potendo colmare tutte le lacune nel suono. Il tono distintivo rende il 12-string ideale per la registrazione e può essere usato per sottolineare il giro melodico di una canzone. Doug Pinnick dei King’s X lo usa sia nel senso melodico che per gli scopi ritmici simili a Tom Petersson. Un altro esempio è Nikki Sixx dei Motley Crue che ha usato un 12-string sul Dr. Feelgood per i overdubs su determinate parti,  oppure ricordare il riff di basso di Jeremy dei Pearl Jam. Quando è necessario un suono molto distinto, questo tipo di basso è l’ideale perché il relativo timbro non ha eguali, hanno usato questo strumento anche  Frank Bello degli Anthrax, Jason Newsted dei Metallica,  Eric Brittingham dei Cinderella, Tim King dei Soil.

Un caso abbastanza unico è Fieldy dei Korn che ha usato a un 15 corde nel registrare il loro ottavo album in studio. Si tratta di un triplicato a cinque corde (Ibanez  K-15).

Tuttavia, nella storia del basso elettrico si trovano anche strumenti con 2 (vedi Stig Pedersen dei  D.A.D. entrato nella band nel ’82 per suonare in playback), 7, 8, 9, 10, 11 e 12 corde (singole, non doppiate) grazie soprattutto al livello qualitativo delle aziende artigiane, in grado di realizzare praticamente qualsiasi richiesta dei loro clienti.

 

Un piccolo esempio scherzoso delle potenzialità del Basso elettrico

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